Percorrendo i sentieri del Parco, attraverso le formazioni boschive di
conifere, è possibile osservare grossi cumuli [foto] di aghi e detriti
vegetali che costituiscono i nidi di formiche particolarmente
interessanti nel campo della lotta biologica.
Sull'arco alpino italiano sono presente quattro specie di questi
Imenotteri, molto simili dal punto di vista ecologico e morfologico, che
vengono indicate come formiche del gruppo Formica rufa.
Queste formiche presentano una complessa vita sociale. La parte più
cospicua della popolazione è rappresentata dalle operaie che svolgono
diversi compiti: procurare il cibo, effettuare la manutenzione del nido e
difenderlo dagli aggressori, accudire le uova e le larve, nutrire le
regine.
Le regine sono femmine fertili e inizialmente provviste di ali.
Terminato il loro sviluppo abbandonano il nido e vengono inseminate dai
maschi durante il "volo nuziale". Questi ultimi, dopo l'accoppiamento,
hanno una vita molto breve, mentre le regine si portano a terra per
fondare un nuovo nido o in un nido già esistente. Strappatesi le ali
iniziano subito a deporre le uova dalle quali schiuderanno in prevalenza
operaie.
La
differenziazione nelle tre caste (operaie, maschi, regine) è
controllata da vari fattori, fra cui la temperatura alla quale vengono
deposte le uova, il tipo di nutrizione larvale, la quantità di operaie
presenti nel nido, la presenza o meno di regine.
I nidi della Formica rufa possono raggiungere le dimensioni di un metro
di diametro alla base per un metro di altezza, con una popolazione di
500.000 - 1.000.000 di individui. La parte emergente viene detta acervo e
viene utilizzato quando le condizini climatiche sono più favorevoli,
mentre le parti più profonde della struttura sono abitate durante
l'inverno.
L'importanza di queste formiche nel mantenimento degli equilibri
ecosistemici è legata alla straordinaria quantità di Insetti e Artropodi
che vengono catturati per il fabbisogno alimentare del formicaio
(decine di migliaia al giorno). Sia in Italia che all'estero sono stati
effettuati positivamente dei trapianti di formicai in zone infestate da
insetti nocivi, dimostrandone così l'efficacia anche nel campo della
lotta biologica.
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