Il settore Nord-occidentale dell'Appennino settentrionale è costituito da un complesso edificio strutturale a scaglie e falde sovrapposte; esso si è formato in conseguenza di una serie di eventi orogenetici di età alpina (Preoligocene) ed appenninica (Miocene) che hanno portato all'ampliamento di tipi litologici provenienti da
zone paleogeograficamente diverse.
Nella fase di chiusura del paleo-oceano (Tetide) esistente fra la "placca africana" a Sud e la "placca europea" a Nord, che innesca la surrezione delle catene perimediterranee, si manifestano grandi movimenti che portano alla sovrapposizione di sedimenti provenienti da ambienti formazionali diversi.
Nell'area in esame sono infatti presenti litologie di crosta e copertura oceanica (ofioliti, diaspri, calcari pelagici e successioni flyschoidi) edi margine continentale (sequenze arenaceomarnose e conglomeratiche).
|
Carta geologica, carta allegata al Piano di Gestione SIC |
Nell'Eocene superiore (“fase ligure" Auct.) ha origine la collisione fra la placca settentrionale e quella meridionale avanzante verso Nord-Ovest; essa provoca sensibili raccorciamenti crostali con poderosi accavallamenti retrovergenti, rispetto al senso del movimento, che tendono a configurare il futuro assetto strutturale.
I movimenti compressi vi continuano nell'Oligocene superiore, fino a giungere al Miocene superiore (“fase toscana" Auct.), con una rimobilitazione dei complessi più plastici verso Nord e Nord-Est e con un notevole sviluppo di carreggiamenti verso la depressione padana.
Da taluni autori la dinamica di questi movimenti viene messa in relazione con la collisione tra il blocco sardo-corso (pertinenza europea) e il blocco italodinarico (pertinenza africana).
Nel Pliocene inferiore, quando l'edificio era ormai costruito, il protrarsi del regime compressivo produce lacerazioni nella coltre sedimentaria (Linea Villaverna-Varzi) con slittamento verso ovest dell'Appennino vogherese. In questi movimenti trascorrenti vengono coinvolte le successioni clastiche tardo-orogene ("molasse" del Bacino Terziario Ligure-Piernentese) che, a partire dall'Eocene superiore si erano andate depositando ai margini della catena in via di formazione.
Nell'area in esame, posta a sud della Linea Villaverna-Varzi, sono quindi presenti due grandi entità geologiche: il Bacino Terziario Ligure-Piemontese "autoctono" (non coinvolto nei movimenti translativi) e l'edificio montuoso preoligocenico.
Il Bacino Terziario ligure-piemontese "autoctono", che si estende lungo le colline pedomontane (Alto
Monferrato e langhe), tra la Val Staffora e la Valle del Tanaro, è qui rappresentato da due formazioni
di età compresa tra l'Eocene superiore e l'Oligocene: arenarie di Ranzano e marne di Monte
Piano.
Le arenarie di Ranzano sono costituite da marne e argille ritmicamente alternate a strati arenaceoconglomeratici talora gradati e debolmente cementati.
Le marne di Monte Piano formano una sequenza arenaceo-siltosa e argillosa senza evidente stratificazione e con alto grado di fissibilità. L'edificio montuoso preoligocenico, in base alle associazioni litologiche e ai rapporti strutturali, è stato diviso in unità tettoniche elementari separate da superfici debolmente inclinate.
Nell'area in esame, dall'alto verso il basso, si riconoscono:
o UNITÀ DI M. ANTOLA: rappresentata qui unicamente dalle argilliti di Pagliaro (Eocene medio Paleocene}, costituite da marne e argilliti spesso fogliettate alternate asiltiti e arenarie fini;
o COMPLESSO CAOTICO OFIOLITIFERO: costituito da corpi litoidi di natura varia (calcari a Calpionella, ofioliti, diaspri) immersi in una matrice argillosa fogliettata;
o UNITÀ DI M. CASSIO: rappresentata dall'omonima formazione (Paleocene - Cretaceo superiore) con calcareniti e marne ben stratificate in ritmica alternanza e locali intercalazioni arenaceo-argillose;
o COMPLESSO DELLE ARGILLE VARICOLORI: comprendente la formazione delle "Argille varicolori" s.s. (Cretaceo superiore)" con argilliti rosso-vinate, violaceo e verdastre, pieghettate e la formazione delle Arenarie di Scabiazza (Cretaceo), con arenarie micacee, marne e argille in sequenze decimetriche. Queste due unità litostratigrafiche sono, per la loro competenza, generalmente scollate dall'unità di M. Cassio, posta alla loro base
Tratto dal Piano di Gestione del SIC IT2080021 "Monte Alpe.